la pratica illegale e immorale del bracconaggio ittico sta progressivamente depauperando le acque di moltissimi fiumi e canali in tutta la pianura Padana, mettendo a repentaglio la vita acquatica dell'intera area di bacino del fiume Po e sta compromettendo le prospettive di sviluppo turistico e di fruizione diffusa dell'intero fiume;
in data 26 luglio 2018 il Governo rispondeva all'interrogazione 3-00053, relativamente alla richiesta di informazioni da parte dell'interrogante sui tempi di emanazione di un decreto ministeriale che avrebbe dovuto istituire, ai sensi della legge di bilancio per il 2018 (legge n. 205 del 2017), un fondo antibracconaggio con una dotazione di un milione di euro per ciascuno degli anni del triennio 2018-2020, ad integrazione dell'art. 40 della legge n. 154 del 2016, in materia di contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne;
il Governo, nella persona del sottosegretario di Stato per le politiche agricole Manzato, rispondeva che la pertinenza e la competenza sul decreto fosse del Ministero della difesa;
il 18 ottobre si è riunita a Milano la Consulta interregionale per la gestione sostenibile e unitaria della pesca e la tutela del patrimonio ittico del Po, della quale fanno parte le quattro Regioni del bacino padano, tra cui l'Emilia-Romagna, oltre all'Autorità di bacino del Po;
l'incontro ha fatto seguito al protocollo d'intesa per il controllo della pesca illegale nel Po, siglato nel giugno scorso e si è concluso con la messa a punto di un primo piano di azioni concrete per combattere un fenomeno criminoso, che sta depauperando il patrimonio ittico del grande fiume, oltre a rappresentare un serio rischio per la salute dei consumatori, a causa dell'immissione sul mercato di ingenti quantitativi di pescato illegale, nella più completa assenza di controlli sanitari e di requisiti di tracciabilità;
le Giunte delle Regioni interessate (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto) stanno mettendo in campo una serie di azioni per una gestione condivisa del fiume, con l'obiettivo di armonizzare le norme che regolano la pesca e coordinare le azioni per la tutela della fauna ittica autoctona e della biodiversità, come ad esempio il potenziamento delle attrezzature per il controllo notturno e la navigazione in alveo delle polizie provinciali e locali. Le azioni di contrasto immediato prevedono infatti protocolli operativi su base territoriale per l'attivazione delle forze dell'ordine e delle polizie provinciali e locali,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non reputi urgente provvedere all'emanazione in tempi brevi del suddetto decreto, anche per dare maggiore supporto alle azioni messe in campo dalle Regioni interessate.